Jed Babbin vice sottosegretario alla Difesa nel H.W.Bush riteneva l’Iraq dotato di armi chimiche e che gli Stati Uniti avevano pieno titolo per un intervento militare, il tempo ha corretto l’ipotesi, ma Babbin ha continuato a utilizzare lo stesso metodo investigativo per comprendere la forza del nemico, le sue armi, la sua determinazione ad usarle. 

“Conoscere per prevenire” scriveva nell’introduzione del suo “In the words of Our Enemies”, perché nelle parole del nemico ci si specchia con la verità dei tempi e della minaccia. Babbin in un recente articolo sul “Washington Time” ha fatto delle interessanti considerazioni, la pandemia COVID-19, che ha avuto origine a Wuhan, in Cina, potrebbe essere stata indotta accidentalmente o intenzionalmente forse verificatasi naturalmente in un “wet market” che vendeva animali come pipistrelli e cani come cibo, certamente non lo sapremo mai veramente. Quello che sappiamo è che il governo cinese nelle prime settimane, insistendo sul fatto che il virus non fosse trasmissibile tra gli esseri umani, ha permesso alle persone di viaggiare da Wuhan in tutto il mondo diffondendo il virus.

Babbin nel merito dubita dei cinesi ed evidenzia che già dal 2002, nel libro “Unrestricted Warfare “, un libro di Qiao Liang e Wang Xiangsui, due colonnelli dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA), aveva ampliato il concetto di campo di battaglia ad ogni aspetto dell’esistenza militare e civile. Con l’idea di “Campo di battaglia” illimitato, la Cina ha incluso la guerra biologica in sfregio alla convenzione di Ginevra, che la metta fuorilegge.

L’analista Monika Chansoria, Senior Fellow presso il Japan Institute of International Affairs di Tokyo e autrice di parecchi testi sulla sicurezza asiatica, sostiene che “Unrestricted Warfare” traccia la linea del nuovo concetto di guerra da parte della Cina, l’occupazione fisica del territorio nemico perde valore, quasi divenisse un’idea obsoleta, la guerra si trasferisce in ambiti definiti non militari quali geopolitica, economia, risorse naturali, cultura e religione, dati, ambiente e spazio.

La filosofia di “Unrestricted Warfare” autorizza la Cina di utilizzare i mezzi che preferisce, ignorando gli accordi internazionali ed i codici di condotta.

Colpire gli obiettivi vulnerabili dell’avversario applicando una pratica di “guerra asimmetrica”, non convenzionale e neppure dichiarata.

Sia Babbin che Chansoria considerano la pubblicazione della pubblicazione del 2010 “War for Biological Dominance” ( 战争) dalla casa editrice Xinhua scritto da Guo Jiwei ( ), professore e capo medico presso la Terza Università di Medicina Militare, Università dell’Esercito un ulteriore passaggio di svolta.

Si ribadisce il declino del pensiero militare tradizionale e propone un nuova dottrina strategica che si deve fondare sull’integrazione di biotecnologia, ingegneria e tecnologia dell’informazione.

L’edizione di ottobre 2015 del Liberation Army Daily, ribadisce che l’arma biologica diventerà la nuova realtà delle guerre, dal 2016 la Commissione militare centrale cinese ha finanziato progetti sulla scienza del cervello militare, sistemi bio mimetici avanzati (che imitano i sistemi biologici), materiali biologici e bio mimetici.

La biologia è stata definita come “uno dei sette nuovi domini della guerra” in un libro del 2017 intitolato New Highland of War (National Defense University Press) scritto da Zhang Shibo (张仕波). Zhang è un generale in pensione ed ex presidente della National Defense University cinese e sostiene che moderno sviluppo biotecnologico inclusa la possibilità di impiegare “specifici attacchi genetici etnici” (特定 种族 基因 ).

Il tema è ribadito dall’edizione 2017 di Science of Military Strategy (战略 ),  un autorevole libro di testo pubblicato dalla National Defense University del PLA,  che ha introdotto una nuova sezione sulla “biologia come dominio della lotta militare”.

Chansoria sostiene: “La strategia nazionale cinese di fusione militare-civile (军民 融合) ha posto la biologia come una priorità. L’interesse delle forze armate cinesi per la biologia come arma di dominio diventa rilevante nell’attuale contesto COVID-19, in particolare se visto sullo sfondo di due decenni di affermazioni sulle frontiere biologiche della guerra. La tesi delle “armi genetiche” come possibilità di una “vittoria incruenta”, senza la distruzione fisica dell’appartato tecnico produttivo del nemico e in conformità con le idee classiche della strategia di Sun Zu.

Il generale tedesco Heinz Guderian, due anni prima dell’entrata in guerra della Germania, pubblicò il libro “Achtung Panzer”, in cui spiegava nel dettaglio le strategie militari del terzo reich, che avrebbero consentito alle truppe corazzate tedesche di ottenere due anni di vittorie sul campo, perché dobbiamo dimenticare la lezione di Guderian? Il regime di Xi Jinping ai fonda sull’idea di Lebensrauns, o spazio vitale – declinato oggi a risorse vitali – per un miliardo e mezzo di cinesi. L’idea della supremazia razziale cinese, lo sterminio e l’asservimento delle altre razze, non è uguale alla dottrina nazista? I campi di lavoro degli iughuri del Turkmenistan orientale non sono simili ad altra strage di popoli come avvenne a Birkenau? 

Tutto è già tutto davanti ai nostri occhi e l’ideogramma del titolo dell’articolo e del principale libro di strategia militare che abbiamo analizzato, può essere anche tradotto come “guerra totale per il predominio”, ricordiamoci che gli ufficiali cinesi si preparano da venti anni sul quel libro.

22 novembre

 

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https://www.twai.it/articles/laustralia-e-le-questioni-irrisolte-della-regional-comprehensive-economic-partnership-rcep/

https://theaseanpost.com/article/asean-leaders-sign-china-backed-trade-deal

 

 

 

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