È tardo pomeriggio quando raggiungiamo Alfredo al telefono nella sua casa sull’Old Peak Road ad Hong Kong (da quando Altriorienti è entrato nella lista black list della Cina utilizziamo nomi di fantasia). 

È rientrato da alcuni giorni in città, dopo una vacanza di un paio di mesi in Malesia, “ma ho ancora alcune settimane di ferie,” mi dice, “il Covid ci ha costretti a lavorare senza interruzioni negli ultimi due anni.” Alfredo ha dovuto fare una quarantena di 14 giorni presso un albergo prima di essere autorizzato ad uscirne. “Hong Kong vive una follia senza fine, il numero dei positivi da Covid è alto come non mai. Pochi stanno realmente male, ma i cinesi continuano a perseguire il sogno dell’obiettivo zero casi. Poche settimane fa Carrie Lam, la governatrice-manager di Pechino, ha ordinato lo screening dell’intera popolazione dell’ex colonia, parliamo di oltre sette milioni di persone”.

Alfredo mi racconta dei tamponi quotidiani Pcr effettuati durante la quarantena in hotel e come “Shangai è chiusa a chiave. Nessuno entra o esce dalla città. Non credo neppure che voi lo sappiate in Europa”.

Alfredo è un importante dirigente. Lavora nei trsporti e nella logistica ad Hong Kong da quasi trent’anni ed è prossimo alla pensione. “Mi mancano un paio d’anni”, dice sconsolato, “poi me ne andrò da quì. Sono arrivato nello stesso anno di Chris Patten, l’ultimo governatore inglese, nel 1992 la città era vibrante, positiva ed internazionale. Me ne andrò quando Hong Kong sarà una città quasi cinese, noiosa ed un poco bigotta, per nulla aperta”.

Gli chiedo cosa farà la Cina per la guerra in Ucraina: “Per una volta sono d’accordo con Sleepy Joe Biden. La Cina sa bene chi sono i suoi clienti ed i suoi mercati. La Russia con meno di 150 milioni di persone e con un reddito pro capite inferiore a quello dell’Ecuador, fornirà oil & gas a Pechino alla faccia della transizione Green e nickel per le batterie elettriche e la rivoluzione verde. La Russia si è consegnata alla Cina fino a quando Putin ed il suo gruppo dirigente saranno in vita ed al potere. Che sciocchezza il nazionalismo di Mosca”.

“La leadership cinese è invece pragmatica. Forse si pente delle dichiarazioni di principio sull’amicizia indissolubile con la Russia nei giorni precedenti le Olimpiadi, ma si possono permettere anche queste leggerezze o ingenuità. Sicuramente sono rimasti sorpresi da un fronte occidentale tanto compatto e faranno nuove valutazioni circa Taiwan. La provincia ribelle rimane un dossier aperto, ma i termini sono cambiati, l’invasione pare lontana”.

Ad Alfredo l‘Ucraina non gli pare un argomento tanto interessante e torna a parlarmi del Covid: “Ho ancora un tampone Pcr nei prossimi giorni ed una vigilanza attiva per la prossima settimana”.

Il Covid pare non avere mai fine nel Guandong.

27 marzo

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