Sono un gruppo di centinaia di piccole isole e scogli parzialmente sommersi, la cui superficie complessiva non supera i cinque chilometri quadrati, irrilevanti e disabitate eppure situate nel mar cinese meridionale, Estendendosi da Singapore e dallo Stretto di Malacca a sud-ovest fino allo Stretto di Taiwan a nord-est sulla via del commercio marittimo internazionale e potenzialmente ricche di idrocarburi, le isole Spratley sono al centro di una delle maggior dispute della diplomazia degli ultimi cento anni.

La pretesa riguarda i principali paesi dell’area, la Cina, il Vietnam, Taiwan, la Malesia e le Filippine se pur in una misura inferiore vantano interesse nell’area in questione.

Lo status quo sempre in bilico ha avuto una chiara accelerazione negli ultimi mesi, con il rinvigorire delle pretese cinesi nell’area, nello scorso mese di maggio le cannoniere di Pechino hanno affondato delle imbarcazioni di pescatori vietnamiti, che operavano nell’area in questione.

La questione dello sfruttamento dell’area per questioni legati alla pesca è rilevante, perché può creare pretesti per un incidente di tipo militare, ma sottende la grande questione precedentemente accennata, petrolio ed idrocarburi. Secondo l’autorevole U.S. Energy Information Administration, i paesi dell’area del  sud-est asiatico, cercheranno nuove fonti di energia per soddisfare la domanda interna ed il Mar Cinese Meridionale offre un bacino potenziale significativo, anche se è difficile determinare la quantità di petrolio e gas, a causa delle modeste esplorazioni poste le controversie territoriali.

La U.S. Energy Information Administration (EIA), stima che vi siano circa 11 miliardi di barili (bbl) di riserve di petrolio e 190 trilioni di piedi cubi (Tcf) di riserve di gas naturale, oltre alle riserve si potrebbero avere ulteriori idrocarburi in aree non esplorate. Questione strategica e delicata, se oltre il 19% delle importazioni cinesi riguardano gas, petrolio ed idrocarburi e rappresentano la maggior fragilità interna di Pechino.

La pretesa cinese sull’area si fonda sul riconoscimento formale della Francia, quando era il Vietnam era una una colonia ed una singolare lettera scritta dall’ex primo ministro del Vietnam del Nord Phạm Văn Đồng nel 1958, che determinerebbe la sovranità cinese sulle isole Paracel e Spratley.

La lettera non fa nessun specifico riferimento alle isole in questione e non si fonda su accordi e trattati internazionali, parla esclusivamente di acque territoriali e del confine naturale delle 12 miglia, anche se le Paracel distano da entrambi i paesi circa 200 miglia marine. La querelle determinò nel 1974 un violento scontro tra la Cina, che occupava le isole Paracel e la marina vietnamita, che desiderava prenderne possesso e si concluse con la vittoria dei cinesi.

Tornando all’attualità, abbiamo visto cannoniere cinesi sparare ai pescatori vietnamiti ed i militari di Pechino costruire un’isola in gran parte artificiale in un area di mare filippina, la questione ha creato allarme e preoccupazione a Manila, che vede minare la propria integrità territoriale.

La diplomazia e la marina filippina hanno alzato i toni, ma è stato il presidente Rodrigo Duterte, un ex comunista, a minimizzare la situazione affermando che un confronto con la Cina è lontano da ogni agenda.

L’espansionismo cinese segna così un punto a suo favore.

Glossario: il concetto di Lebensraum o spazio vitale, ha caratterizzato e giustificato le politiche espansionistiche tedesche durante il terzo Reich, “Senza considerazione per le tradizioni e i pregiudizi, il nostro popolo deve trovare il coraggio di unire il proprio popolo e la sua forza per avanzare lungo la strada che porterà il nostro popolo dall’attuale ristretto spazio vitale verso il possesso di nuove terre e orizzonti …” Adolf Hitler, Mein Kampft

2 novembre

 

 

 

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