“We come in peace.” — Donald J. Trump, Discorso inaugurale, gennaio 2025
Quando Donald J. Trump fu reinvestito della carica presidenziale nel gennaio 2025, molti analisti interpretarono l’evento come un’eccezione nella traiettoria democratica americana. Alcuni lo salutarono come un ritorno all’ordine, altri come una rottura. Nessuno, però, colse subito la reale natura di ciò che stava accadendo. Il presidente eletto si presentava con tono deciso, ma meno incline agli eccessi verbali del passato. Nei suoi discorsi tornavano con insistenza parole come armonia, pace radiante e ritorno ad un passato glorioso.
Nei primi giorni del suo mandato diede ordine di scarcerare gli attivisti Toro Seduto e Batman che avevano dato l’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021 – di restituire loro le maschere di scena – e di graziare chiunque avesse attentato alle istituzioni.
Molti vi lessero un tentativo di riabilitazione spirituale della nazione. Altri, semplicemente, una nuova strategia retorica.
Ma qualcosa non tornava.
Non nei contenuti — quelli erano ancora vaghi e gloriosi come sempre — ma nel ritmo. La sintassi si fece più rarefatta. Le pause divennero lunghissime. I comunicati ufficiali iniziarono a contenere formule ripetitive ed ipnotiche. Nel linguaggio presidenziale, la gravità sembrava scomparsa — in senso fisico e metaforico. Le decisioni della nuova amministrazione apparivano, nel loro insieme, slegate da ogni modello di analisi.
La Casa Bianca chiuse ogni forma di cooperazione multilaterale dopo le iniziative isolazioniste sui dazi. Poco conta chi fossero alleati o rivali strategici, amici o nemici, Trump dichiarò in un video di pochi secondi trasmesso in un oscuro dialetto tibetano, che gli Usa erano indipendenti dal resto del mondo e formavano un’entità a parte.
Le ambasciate furono gradualmente svuotate, e trasformate in silenziosi padiglioni cerimoniali. Durante il G7 del 2026, il presidente americano rifiutò di incontrare gli altri leader. Rimase per ore immobile, fissando un oggetto non identificabile (prisma di cristallo?) sul tavolo. I membri del suo staff non parlavano più in pubblico. La first lady Melania, incautamente, strinse le mani ad un delegato austriaco mostrando una pelle squamosa verdastra sotto una sottile aderenza colore carne. Non vi erano più fughe di notizie, né smentite. Solo comunicati visivi, trasmessi su frequenze inedite.
Si disse che la Segretaria alla Difesa viveva all’interno di un campo antigravitazionale situato nei sotterranei del Campidoglio. Che il nuovo Vicepresidente fosse privo di impronte digitali. Che le decisioni più delicate venissero prese osservando il tramonto sopra il fiume Potomac nei giorni di plenilunio.
Col passare dei mesi, le politiche economiche dell’amministrazione iniziarono a perdere ogni legame con i modelli terrestri conosciuti. L’amministrazione completò l’uscita dall’ONU, dalla Nato, dal WTO, dall’OMS in poche settimane organizzando un campionato di bowling interforze che impegnò l’US army per oltre sei mesi.
Sul fronte economico, gli incentivi fiscali venivano applicati a settori inesistenti come la produzione di macchine da scrivere e mongolfiere in seta; le tariffe doganali ridefinite su base astrologica; i rapporti commerciali con paesi estinti come la Prussia e l’impero ottomano regolarmente aggiornati. Fu misteriosamente aperta una sede consolare con 250 addetti in due remote isole dell’antartico dove vive una colonia di oltre un milione di pinguini imperatore ed un eremita danese di 78 anni.
Solo più tardi si comprese che le decisioni non erano irrazionali. Al contrario, seguivano una logica perfetta, ma aliena. Così la chiusura del dipartimento dell’istruzione inadeguato al processo d’apprendimento delle èlite tramite un flusso di conoscenza antigravitazionale – simile per funzionamento – a quello di un microonde domestico, ma ricondizionato.
Fu allora che Peter Navarro e Howard Lutnick assunsero ruoli chiave come rappresentanti extraterrestri, operando sotto titoli formali all’interno dell’amministrazione, ma rispondendo — così si mormorava — a una struttura decisionale esterna alla Terra. Elon Musk, intanto, era stato incaricato delle politiche industriali di contatto, guidando la trasformazione delle infrastrutture terrestri in base a principi non dichiarati. Alcuni notarono che i nuovi impianti energetici seguivano la forma di una costellazione e suo figlio Techno Mechanicus di circa tre anni d’età nominato ammiraglio.
I più preferirono non commentare.
Nel frattempo, la California — primo Stato a cogliere l’inquietante coerenza del disegno — intentò una causa federale contro l’amministrazione, contestando “l’illegittimità ontologica dell’Esecutivo”.
Fu il principio della fine.
Altri stati seguirono.
L’Unione cominciò a disfarsi.
Ma anche questo, si comprese troppo tardi, non era che un errore.
Vi era chi pensava che fosse opera Putin, ma non vi erano agenti russi dietro l’elezione del presidente Trump, ma la disgregazione degli Stati Uniti era funzionale alla causa aliena. Un progetto silenzioso, elegante, inevitabile ed a suo modo perfetto. A quel punto, solo una manciata di osservatori indipendenti — già marginalizzati, ridicolizzati — osò sussurrare ciò che molti pensavano: l’Amministrazione Trump non era composta da esseri umani.
Non si trattava di un colpo di Stato, ma di una restaurazione.
“Make America Great Again”, si comprese, non era uno slogan nostalgico, ma un richiamo.
A un tempo remoto, precedente alla nostra storia.
Un’epoca in cui la Terra — o almeno parte di essa — non apparteneva agli uomini.
Epilogo
Sognai.
Camminavo nei corridoi della Casa Bianca, ma non era la Casa Bianca.
Le stanze erano vuote, silenziose, illuminate da una luce bianca.
Nessuno parlava. Vi era una nota sottile e profonda che attraversava l’aria.
Attraversai un giardino. Sul prato, il presidente Trump, aveva tra le mani un ferro 7 e mimava un swing dolce ed armonioso in contrasto con l’adipe esplosa ed i prossimi ottant’anni.
Mi guardò.
Disse:
“Stiamo tornando alla forma originaria.”
Poi la luce cambiò.
E mi svegliai.
Pioveva.
Accesi la radio.
Una voce registrata annunciava:
“Gli Stati Uniti hanno firmato un protocollo non identificato con una delegazione di nuova natura.”
Spensi.
Restai in silenzio.
Non era stato un incubo.
Era solo un sogno.
Oppure no.
17 aprile