Per noi occidentali Rodrigo Duterte, il presidente delle Filippine rimane un mistero, non che ce ne sia mai importato più di tanto di un paese tanto lontano, nei fatti irraggiungibile, finis terrae, perché è l’oriente più lontano tanto che servono due voli ed oltre quindici ore, escludendolo nella lontananza dai circuiti turistici di massa o anche commerciali.

Del presidente Duterte parlano i filippini d’Italia e ne sono orgogliosi e parecchio soddisfatti, a noi occidentali la faccenda risulta strana, perché mi dice una voce dissenziente: “A nessuno importa se le persone vengono uccise se ricevono un’istruzione terziaria e Wi-Fi gratuiti”.

La guerra sanguinosa è in corso nelle strade, nei villaggi e nei bassifondi delle Filippine contro sospetti spacciatori e tossicodipendenti, non è necessaria alcuna accusa o condanna.

Alla polizia è stata concessa una licenza per uccidere, e ufficiosamente, anche gruppi di vigilantes. Finora, il bilancio delle vittime è salito a 15.000 vittime e la violenza privata è diventata la guida per ogni tipo di regolamento di conti nel paese.

Inevitabilmente la stampa che racconta cosa succede nelle strade filippine subisce minacce ed intimidazioni, poliziotti, giudici, politici che la denunciano gli abusi sono spesso accusati di coinvolgimento nel traffico di droga ed anche uccisi.

I filippini vedono Duterte come una figura paterna, fascinati da quest’uomo di settantacinque anni con i capelli pittati di nero come si usa in Asia, dotato di un potere supremo che mira a soppiantare la Chiesa, tradizionalmente il punto di riferimento nella società.

Forte dei risultati economici ottenuti, il pil è cresciuto del 6% nel 2019 ed il numero di chi percepisce almeno 3,20 $ americani al giorno dal 26% del 2015 a circa il 20% del 2019 (dati World bank), Duterte nei giorni del Covid ha effettuato un’operazione che spiazza gli equilibri.

Ha dichiarato che non può contrastare le pretese della Cina nel mare prospicente le Filippine e dello sfruttamento delle risorse olio, gas, e pesca, che non parteciperà alle manovre congiunte con gli alleati storici gli Stati Uniti e l’Australia, infine ha reso noto che le Filippine avranno un corridoio preferenziale per il vaccino anti Covid cinese, perché il paese cresce per numero di contagi di molte migliaia al giorno ed hanno raggiunto il numero di 140.000.

 

L’esercito filippino ha manifestato preoccupazione, Duterte che in gioventù fu membro del Kabataang Makabayan braccio giovanile del New People’s Army (NPA) ed ala militare del Partido Komunista ng Pilipinas, urla e minaccia chi lo contraddice.

 

Qualcosa era sfuggito agli analisti dei think tank statunitensi per quanto le informazioni fossero pubbliche da decenni, a loro urge riprendere l’iniziativa nel popoloso paese asiatico, che fu colonia americana fino al 1946.

13 agosto 20

 

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