Quando si concluderà l’anomalia di Hong Kong? Quando finirà tutto e la città stato di sette milioni e mezzo di abitanti sarà risucchiata nell’alveo della madre Cina?

Un passaggio fondamentale è avvenuto in queste ore, i membri dell’opposizione interna regolarmente eletti, ma per disposizione di legge inevitabilmente all’opposizione, potranno essere allontanati dalle loro funzioni senza che a deciderlo sia una corte di giustizia, l’accusa sarà sempre di poca vicinanza ai temi dell’unità ed integrità del paese ed ai valori nazionali.

Alla governatrice Carrie Lam ed al governo di Pechino non è sfuggito il rigurgito d’orgoglio della magistratura di Hong Kong, che non ha mostrato il pugno di ferro nei confronti dei dissenzienti e di chi non ha accettato supinamente le nuove leggi sulla sicurezza nazionale, entrate in vigore lo scorso primo luglio con l’intenzione di mettere un bavaglio alle proteste.

Alla magistratura si penserà in un altro momento, oggi si cominci ad allontanare i reprobi che dovrebbero essere quattro e poco conta che l’intero gruppo democratico dia in toto le dimissioni, come riportata in queste ore dal South China Morning Post.

“Importante, un ulteriore passaggio in un quadro più complesso”, mi dice Marco, il mio amico di Hong Kong, che ci vive da oltre trent’anni, “Hong Kong finisce quando la moneta locale, legata al dollaro americano sarà sostituita dallo Yuan, potrebbe non accadere presto perché è convinzione di Pechino di avere piegato l’Occidente con la gestione del virus e di gestire l’eccezione di Hong Kong”.

La stagione dei due sistemi per il paese è tramontata prima della sua naturale scadenza del 2047.

11 novembre

 

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