Saepe in coniugiis fit noxia, quum nimia est dos – Spesso nei matrimonii la dote eccessiva porta danno – Ausonio

A leggere le parole di Karaganov in un’intervista al Corriere della Sera, stratega ed ideologo dell’amministrazione Putin, il legame indissolubile tra Russia e Cina, sancito nei giorni precedenti le Olimpiadi non sarebbe stata una scelta quanto una necessità, perché il Cremlino avrebbe privilegiato guardare all’Europa. “Saremo più integrati e più dipendenti dalla Cina. Ciò ha elementi positivi, ma nel complesso saremo molto più dipendenti. Non ho molta paura di diventare una pedina della Cina, perché la Russia ha uno spirito di sovranità e siamo culturalmente diversi dai cinesi. Non credo che la Cina possa o voglia superarci. Tuttavia non siamo contenti, perché in realtà avrei preferito avere migliori relazioni con l’Europa”.

Dos est uxoria lites – Le liti sono la dote che portan le mogli – Ovidio

Pensare ad Oriente, per saldare un legame per la costruzione di un nuovo ordine mondiale multi polare perché, “La maggior parte delle istituzioni sono, secondo noi, unilaterali e illegittime. Minacciano la Russia e l’Europa orientale. Noi volevamo una pace giusta, ma l’avidità e la stupidità degli americani e la miopia degli europei ci hanno rivelato che questi attori non la vogliono. Dobbiamo correggere i loro errori”

Karaganov è nato nel 1952 come Putin, rimane uomo del novecento ed il suo linguaggio si è formato nelle accademie sovietiche, sorprende però la sua schiettezza. Se paragonato ai cinesi, i russi in questa stagione paiono garruli e chiacchieroni, l’uso moderno della comunicazione consente l’impossibile, ma soprattutto capitomboli e scivoloni.

In questi giorni Putin giustifica ad ogni incontro pubblico l’intervento militare, racconta che non ne poteva proprio più, spesso il tutto pare una confessione da pagina di cronaca nera. Lavrov, il ministro degli esteri, organizza cene dove funzionari ed oligarchi russi trovano al tavolo il proprio nome e qualifica “sotto sanzione” e “non ancora”. Si racconta che ridono tutti, davvero curioso che il regime di Putin voglia rendere pubbliche queste mattane da ultimo ballo sul Moskva, il nuovo Titanic.

Viri in eo culpa, si femina modum excedit – Spesso la colpa è dell’uomo se la donna eccede nella misura delle sue azioni – Tacito

La Cina incassa la dichiarazione d’amore, aspetta, pare più virile e non ci sono eccessi verbali da parte di alti funzionari governativi. Inutile fare un passo in più del necessario.

L’opinione pubblica di Pechino è cresciuta e nutrita nel risentimento verso l’Occidente da una stampa schierata da sempre, non vi sono voci divergenti, una breve stagione democratica e liberale da quelle parti non c’è mai stata.

Quanto sarà disposta a rischiare la pragmatica Cina nel seguire il corso della partner russa?

La Russia non produce nulla, estrae gas, petrolio e materie prime, consuma poco e diventerà più povera. Sempre Karaganov, “Vinceremo noi, perché i russi vincono sempre. Ma nel frattempo perderemo molto. Perderemo persone. Perderemo risorse e diventeremo poveri, per il momento. Ma siamo pronti a sacrificare tutto ciò per costruire un sistema internazionale più vitale. Vogliamo costruire un sistema internazionale più giusto e sostenibile. Diverso da quello emerso dopo il crollo dell’Unione Sovietica e che, a sua volta, ora sta crollando. Ora ci stiamo tutti fondendo nel caos.”

La Cina produce di tutto, opificio del mondo, e lo vende a noi. La lezione Huawei, che presa di mira dall’amministrazione americana ha visto crollare i propri mercati, mostra i limiti del modello cinese che molto esporta e poco consuma, mentre la popolazione che invecchia non potrà sostituire i mercati esteri, gli anziani si sa consumano meno.

Si qua voles apte nubere, nube pari – Se vuoi convenientemente ammogliarti, sposa una tua pari – Ovidio

Carnevale Maffè vede la globalizzazione contrarsi, si salverà il mercato dei servizi finanziari, ma il mondo dei commerci e dei trasporti è destinato a regionalizzarsi, almeno nei prossimi anni. In Cina un trionfante China Daily ricorda in questi giorni, che mai come oggi i salari minimi a Shangai sono arrivati a 2000 yuan al mese, pari a 320 euro. Chapeau! A Lugano chi frigge patatine in un Burger King non lo fa per meno di 3000 franchi.

Nuovo ordine mondiale o aspirazione di esserlo. Mentre affonda la nave ammiraglia Moskva nel mar Nero, ma è notizia da poco, osservo che il vecchio Occidente, bistrattato, decadente ed irriso ha ancora il controllo di tanto, quasi tutto, così pubblico una lista ed ognuno è libero di fare di conto:

 

  • Possiedono e dirigono il sistema bancario internazionale
  • Controllano tutte le valute pregiate
  • Sono il principale acquirente del mondo
  • Forniscono la maggior parte dei prodotti finiti del mondo
  • Dominano i mercati internazionali dei capitali
  • Esercitano una considerevole leadership morale all’interno di molte società
  • Sono in grado di compiere massicci interventi militari
  • Controllano tutte le rotte navali
  • Sono all’avanguardia della ricerca e sviluppo in campo tecnico e scientifico
  • Controllano i settori di punta dell’istruzione tecnica
  • Dominano lo spazio
  • Dominano l’industria aereospaziale
  • Dominano le comunicazioni internazionali
  • Dominano l’industria degli armamenti ad alta tecnologia

 

La lista la compilava nel 1996 Samuel P. Huntington, tra i maggiori esperti di geopolitica della scorsa generazione e padre degli attuali analisti strategici statunitensi.

Mosca ha fatto il suo gioco e si è scelta i mercati fino a quando esisterà una Russia di Putin. La Cina sarà un partner autoritario ed assente, un poco riottoso e continuerà a pensare a New York, Londra e Berlino.

Veritatem dies aperit – Il tempo scopre la verità – Seneca

Siamo diventati troppo seri. Il prossimo articolo sarà un suggerimento per un’indimenticabile soggiorno sul fiume Mekong.

16 Aprile

 

A cena da Lavrov

I russi non vincono sempre le guerre come vorrebbe Karaganov. Nella guerra russo giapponese del 1905, la corazzata Retvisan orgoglio della marina zarista fu affondata dall’artiglieria nipponica a Port Arthur.  A seguito della sconfitta militare la Russia attraversò un lungo periodo di torbidi e rivolte, che culminarono con la prima rivoluzione russa del 1905.

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