L’incontro al vertice di Samarcanda tra Putin e Xi Jinping è andato come era previsto.

La Cina si sfila dall’amicizia senza limiti con la Russia quando si tratta di venire in soccorso dell’armata rotta di Putin. 

Dichiarazioni di principio a profusione circa la necessità di un nuovo ordine economico mondiale, ma i due regimi versano in cattive acque più delle vecchie democrazie liberali.  

Il bilancio commerciale russo è in attivo solo perché non riesce ad acquistare il necessario dall’Occidente, che lo ha escluso dai mercati che contano e retrocedendo ad acquistare il necessario al mercato nero, mentre vola l’inflazione e cresce il malcontento di madri e mogli che non vedono tornare dal fronte i propri figli e mariti.

La Cina degli affari comincia a soffrire delle norme draconiane sul Sars 2 Covid che chiudono città di milioni di abitanti per pochi casi. Gli esperimenti autarchici di consumo domestico mostrano la corda mentre la bolla immobiliare, madre di tutti i movimenti tellurici, segna nuove tensioni. The Economist ce lo ha ricordato nei giorni scorsi mostrando come la fiducia dei consumatori cinesi sia in caduta verticale erodendo la fiducia nelle istituzioni.

La guerra ad un confinante che consideriamo suddito non porta bene. La Russia ha mostrato che il numero degli orchi invasori non basta nella modernità dei droni, dei satelliti e dei missili di precisione ucraini. Si racconta che i modelli di geolocalizzazione della telefonia commerciale abbiano consentito il perfezionamento dell’industria bellica occidentale grazie a clamorosi investimenti, ci sembra plausibile.

Pechino osserva l’armata rotta di Putin e si pone domande sull’occupazione manu militari di Taiwan.  

Invadere potrebbe essere davvero un cattivo affare. Complicato quanto sanguinoso lo sbarco, l’esito incerto e disastroso affrontare un Occidente coeso quando il boccone delle autocrazie ex comuniste diventa così grande.

Potrebbe la Cina rinunciare ai mercati occidentali? Gli esperimenti autarchici hanno detto no. Taiwan è orgoglio nazionalista e chips, che sarebbero tanto utili alla Cina per loro, ma soprattutto per oggetti che vendono a noi e che non potrebbero più vendere se prendono a cannonate Taipei.

Più che all’ordine mondiale sognato dai nemici del liberismo, espressione questa coniata da Francis Fukujama, si annuncia un tempo di Pax marcatoria sulle coste del pacifico, perchè le guerre sono troppo costose alle economie interconnesse e dipendenti.

Scopriamo così il nuovo fronte di Pechino alla provincia ribelle di Taiwan.

Kao Man-jung, concorrente taiwanese di Miss Asia Global, è stata bullizzata da membri del comitato cinese al Congresso mondiale sull’innovazione e la tecnologia a Penang, in Malesia, perché voleva mostrare la propria bandiera nazionale.

Sean Seah, il presidente organizzatore del Congresso ha dichiarato: “La Malesia segue rigorosamente la politica della Cina unica e, poiché si tratta di un evento nazionale, siamo obbligati a seguire e proteggere l’impegno del Paese in sostenere la politica. Gestire un evento globale come questo, siamo vincolati dalle linee guida. Non siamo in grado di prendere posizione”.

Le fotografie della bella miss che piange hanno suscitato l’indignazione del governo di Taipei e clamore sulla stampa di Taiwan e sui social.

Abbiamo così nuovi fronti ed obiettivi dopo la lezione impartita dai giorni ucraini a Putin ed inattesi successi.

Il D-day con tanto di sbarco a Taipei può attendere, oggi a Xi Jinping importa far piangere la più bella di Taiwan.  

18 settembre

Kao Man-Jung

 

https://www.economist.com/finance-and-economics/2022/09/12/chinas-ponzi-like-property-market-is-eroding-faith-in-the-government

 

 

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