La rimozione della malattia e l’esclusione dell’infetto ovvero il tema dei nostri giorni. 

La pandemia Covid ha riscritto le regole della convivenza nella nostra società, dividendo il mondo tra gli infetti i sani e tra gli ultimi tra i vaccinati ed i reprobi. Riduzione delle libertà individuali a favore di un così detto bene comune, stabilito da élites che dichiarano uno stato d’emergenza sine die. Se la pretesa sanitaria parrebbe singolare, chiedersi come tale imposizione ed accettazione dei più sia avvenuta è un tema che appassiona i maggiori filosofi contemporanei.

Agamben, Han, Zizek, Badiou, le migliori menti del presente sollevano il tema della malattia come lo “straordinario utile” a governare l’ordinario.

Agamben scrive della rimozione dell’altro in virtù del paradigma del portatore asintomatico. Han osserva come il virus sia accumulazione di profitto e nuova forma di sorveglianza dei cittadini. Zizek constata che il virus dell’intolleranza, delle false notizie e dei mille complotti già infetta la nostra società, ma è persuaso che la ragione non può offuscarsi a questo capitalismo della sorveglianza. Alain Badiou ha una prospettiva più pessimista, constata le analisi superficiali relative alla pandemia e le soluzioni proposte. Una sorta di sonno della ragione dove la società è pervasa da un misticismo divenuta scienza, favole e narrazioni tanto sciocche che evidenziano una paura collettiva lontana da ogni epistemologia e nutrita ad arte.

Aggiungo che il meccanismo in questione è noto come “finestra di Overton”, dal nome del suo autore, il quale definisce come passo a passo, attraverso l’accettazione di idee definite razionali, l’opinione pubblica ammetta l’inammissibile, ovvero la cessione di rappresentatività a favore di un simulacro della sicurezza.

Un ulteriore capitolo si è perfezionato in Thailandia. Gli infetti da Covid 19 sono stato condotti alla stazione ferroviaria di Bangkok ed allontanati dalla città, destinazione le province povere dell’Isaan del nord est da dove arrivano i ceti popolari della grande Bangkok.

La soluzione appare tanto irragionevole quanto lesiva dei diritti degli individui divenuti infetti. In primo luogo la capitale dispone di decina di migliaia di posti letti di alberghi completamente deserti perché non vi sono turisti dove effettuare una quarantena. Infine trasferire gli infetti mina i fragili equilibri delle regioni periferiche che non dispongono di una sanità efficiente.

Il tema ricorda la nave dei folli descritta da Foucault. La città si protegge e tutela allontanando da sé la malattia, caricando i malati su navi destinate ad un nessun dove, se non lontano da sé stessa.

Asia, laboratorio di ogni peggiore follia lesiva della dignità umana. 

13 agosto

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