Jin è il cinese più famoso di Porta Romana a Milano. Si porta a spasso un sorriso contagioso ed un orologio Rolex Daytona acciaio e oro con grande disinvoltura. Milano non è Singapore ed in questo quartiere prima operaio, oggi popolato da giovani rampanti, ma ai confini del degrado di Corvetto, sarebbe un rischio metterlo in mostra. “Chi mai crederebbe che un cinese porti un Rolex Daytona originale”, mi dice divertito. 

Jin ha quant’anni ed è il perfetto banana milanese, giallo fuori ma bianco dentro perché qui è nato e fatto gli studi. Ha sposato una connazionale suggerita dalla sua famiglia, arrivata povera da Hangzhou e diventata ricca lavorando sodo per oltre trent’anni nella ristorazione. Il matrimonio combinato non pare averlo disturbato ed è padre amorevole di due bimbini piccoli. Il ristorante di Jin è chiuso per ristrutturazione da mesi, così il nostro è ritornato nello Zhejiang a visitare parenti ed amici dove mancava da anni.

“La Cina è migliorata negli ultimi anni per ordine e pulizie per le strade ed è un posto dove può anche non nascondere il tuo Rolex o far credere che sia falso. La polizia ha telecamere dappertutto e nessuno può fare nulla che sia illegale o sospetto senza essere identificato ed all’occorrenza arrestato”. Jin mi racconta della Cina estasiato, quando mi racconta che una telecamera davanti ad uno specchio all’aeroporto è in grado di riconoscerti e indicarti in gate di partenza. Lo schermo, nel caso tu sia in ritardo da verde diviene rosso, per avvisarti del rischio di perdere il volo. 

“Non mi pare poi tanto convincente che gli occhi di un milione di telecamere sappiano ogni cosa di te”, gli suggerisco, ma Jin pare soddisfatto. “Chi non ha nulla da temere non avrà problemi e le registrazioni hanno un forte potere deterrente sul crimine e sulle azioni antisociali. Nel nostro mondo è prioritario la tutela della stabilità (wei-wen) in una società che vogliamo armoniosa (hexie shehui) ed il sistema di patente sociale è efficace al pari di un permesso a punti per la guida, chi sbaglia e chi crea problemi viene punito”.

Altre volte avrei sostenuto che il sistema di sorveglianza è un’abiezione. Così abbiamo un sistema totalitario che dissimula sé stesso riuscendo a negare la sua natura, predicando il consumo quale nuova religione e per scriverlo come Kai Strittmatter, corrispondente del Süddeutsche Zeitung per oltre quindici anni, “il partito non esige più come un tempo una fede fanatica, si accontenta di una silenziosa complicità”.

Scopriamo che i cinesi d’italia al pari dei turchi di Germania, quando votarono in massa la legge liberticida di Erdogan, si mostrano più servili verso il padrone di casa,  per il vantaggio di poter camminare senza pensieri con un Rolex acciaio ed oro nelle vie di Hangzhou.

16 ottobre

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