L’opera del pittore vietnamita di To Ngoc Van “Les Désabusées (Disillusionment)” è stato battuta all’asta da Christies nel maggio del 2019 al prezzo di 9.000.000 di dollari di Hong Kong (950.000 euro), pari a tre volte il valore della quotazione a conferma del trend di crescita di questo artista e dell’arte vietnamita.

To Ngoc Van è il pittore simbolo del secolo breve vietnamita.

Nato nel 1908 nel distretto rurale di Van Gian nel nord del paese, si formò presso l’École Supérieure des Beaux-Arts de l’Indochine fondata nel 1925 sotto la guida di Victor Tardieu diplomandosi nel 1931.

 La prima fase della carriera artistica di To Ngoc Van si indirizzò nell’alveo della tradizione occidentale. L’intenzione dell’artista era di compiacere la clientela coloniale e borghese che acquistava le sue opere, ma mantenere elementi di originalità etnica. Il quotidiano Thanh Nghi nel 1944 scrisse così: “Insieme al tono di colore giallo caldo di alcuni artisti c’è l’olio con la tonalità di colore fredda e brillante di To Ngoc Van, un artista che ama sempre. la sua vita. Sotto i suoi occhi, la scena cupa ha dentro qualcosa di felice”.  In effetti, le opere più significative dell’artista datano i primi anni quaranta quando si dedicò alla pittura ad olio, In questa fase abbiamo la creazione delle opere che lo renderanno famoso “Young Girl by Lilies” (1943), “Young Girl by Lotus” (1944), “Two Young Girls and a Baby” (1944).

Nel 1945 aderì con entusiasmo alla rivoluzione ed assunse ruoli di primo piano. Diventò direttore dell’accademia dove aveva studiato anni prima e creò l’iconografia del nuovo regime. Appartiene a questo periodo il famosissimo ritratto di Ho Chi Min intento a lavorare al suo scrittoio, alla maniera delle opere politiche del nostro Gabriele Mucchi.

Aveva oramai più di quarant’anni, ma To Ngoc Van voleva combattere. Concluse così la sua breve vita durante la battaglia di Dien Bien Phu, durante un raid aereo dell’aereonautica francese.  Scesa la polvere del tempo a distanza di tanti anni, To Ngoc Van può essere considerato a buon titolo il padre della moderna pittura vietnamita perché ha diluito il passaggio tra il mondo coloniale francese e la modernità viet.

L’acquisto delle opere di To Ngoc Van diviene oggi una sfida da far tremare i polsi, nel 2016 l’articolo di Richard C. Paddock del New York Times “Vietnamese Art Has Never Been More Popular. But the Market Is Full of Fakes”, denunciava la diffusione di falsi gettando delle ombre sulle principali case d’asta.

Non ci risulta che a distanza di cinque anni la querelle sia stata risolta, come mi ricordano i proprietari delle maggiori gallerie d’arte di Hanoi.   

23 febbraio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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