Damien Hirst e Jeff Koons hanno trovato il loro erede?

Probabilmente no, ma l’opera “Animal party” dell’artista filippino Ronald Ventura (1973) è stata battuta lo scorso 21 maggio da Christie a un prezzo superiore di dieci volte la valutazione a 2,5 milioni di dollari, a dispetto della crisi pandemica ed i suoi effetti sulle quotazioni.

Ventura lo abbiamo conosciuto in Italia grazie alle esposizioni presso la Primo Marella Gallery di Milano ed al memorabile progetto “Territorial crossing” del 2018, dove vennero esposte ben ventotto opere tra dipinti e sculture, che trovarono nei grandi spazi di viale Stelvio un luogo ideale per una degna presentazione al mercato italiano e ticinese.

I lavori di Ventura si caratterizzano per l’utilizzo di tecniche diverse e complementari, plastica allucinazione tra realtà e sogno, iperrealismo distonico ed inquietante. Ventura attinge nelle sue opere utilizza ciò che ha e quello che conosce meglio, perché nasce, si forma e lavora a Manila ed il suo alfabeto si plasma su elementi locali ed occidentali, mitologia asiatica, cattolicesimo, fumetti e street art.

“Dipingerò e aggiornerò un dipinto finché non sarò soddisfatto. È come un regista che sta girando una scena: in certi punti si sentirà come se avesse bisogno di più comparse o più luce”, ha detto del suo metodo di lavoro. “Questa è l’analogia più vicina al mio processo di pittura che mi venga in mente. È come un processo di addizione e sottrazione”.

Come riporta PhilStar “Party Animal” di Ronald Ventura è potenzialmente da record in quanto si ritiene che abbia il prezzo più alto pagato per un’opera d’arte realizzata da un artista filippino vivente.

13 giugno

 

 

 

 

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