Vi fu una brevissima stagione in cui Phnom Penh divenne una delle capitali dell’architettura del mondo, erano gli anni sessanta dello scorso secolo quando le opere di un giovane architetto di nome Vann Molyvann, contribuirono a dare una luce nuova alla capitale cambogiana.

Vann Molyvann nato nel Kampot nel 1926 dopo aver studiato architettura in Francia a l’ Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts, ritornò in Cambogia per divenire in pochi anni il primo architetto alla corte del Principe Norodom Sihanouk; durante il suo regno dal 1955 al 1970 promosse lo sviluppo del paese e la costruzione di nuove città ed infrastrutture.

Fu la stagione d’oro della nuova scuola d’architettura cambogiana chiamata “New Khmer”, in discontinuità con l’architettura coloniale francese, ma nel solco della tradizione modernista dei tempi e nell’uso del cemento. Vann Molyvann dichiarò che amava la lezione di Corbusier perché questi aveva creato un’unità abitativa, su pali, su palafitta come esistevano in Cambogia dai tempi preistorici, “l’idea essenziale era un tipo di architettura ecologica che avrei fatto in seguito, la mia abilità fu quella di adattare il suo vocabolario all’architettura khmer.” Poste queste premesse, le case di Vann Molyvann rispettano l’idea di un raffreddamento d’aria naturale, orientando i suoi edifici a nord, per metterle al riparo dal sole e mantenerle fresche e adattarle al clima tropicale della Cambogia. Un esempio è la residenza reale nella città costiera di Sihanoukville progettata negli anni ’60, che aveva le pareti in vetro che si aprivano completamente, una terrazza avvolgente e scale esterne “galleggianti”. 

Vann Molyvann scriveva di quegli anni, “C’era una ricchezza culturale, una ricchezza di conoscenza basata più sulla leggenda, sul mito che non dagli studi scientifici……. Su questa mancanza di conoscenza che avesse una solidità scientifica decisi di focalizzare i miei studi…. quindi decisi di studiare scientificamente l’arte khmer e l’architettura in particolare … I cambogiani hanno una cultura molto spirituale, molto mistica, molto religiosa per comprendere il mondo che li circonda. Per esempio gli architetti che hanno creato i templi di Angkor, per i cambogiani sono come degli Dei!”

Vann Molyvann fu il Dio moderno degli architetti dei cambogiani, disegnò oltre cento edifici tra monumenti, ville e strutture pubbliche come l’Università di Phnom Penh, il Monumento dell’indipendenza, il Chatomuk Conference Hall e l’Olympic Stadium, disegnato nel sogno di ospitare i giochi.

Nel 1970 il Sangkum Reastr Niyum, veniva chiamata così la stagione del rinascimento cambogiano, si concluse con il colpo di stato guidato dal generale Lon No.

Vann Molyvann riparò all’estero in Svizzera, lavorò per le Nazioni Unite e tornò in Cambogia nel 1991 osservando che i progetti dell’architettura New Khmer cadevano in rovina.

La sua casa, vera icona del movimento, per quanto fosse stata occupata dal registro fondiario nazionale risultò ai suoi occhi completamente trascurata, in uno stato che definì “scioccante”.

Il recupero filologico delle opere architettoniche “New Khmer” hanno trovato enormi difficoltà, il paese era povero come ancora lo è ai nostri giorni e privo di risorse, più semplice per le autorità lasciar perdere e dedicarsi ai nuovi modelli architettonici fatti di grattacieli e spazi pubblici dedicati ai centri commerciali piuttosto che alle università e centri di ricerca.

Nel 2008, il Preah Suramarit National Theatre e l’imponente Consiglio dei Ministri – due dei progetti di Molyvann – sono stati demoliti. Il terreno su cui sorgeva il bellissimo Teatro Nazionale è stato venduto al magnate cambogiano Kith Meng, mentre il Consiglio dei Ministri, che ospitava gli uffici governativi, è stato acquisito da un immobiliarista cinese che ha fatto progettare un grattacielo.

A questo riguardo Geoff Pyle, un architetto inglese che ha lavorato in Cambogia per undici anni, ha dichiarato: “Era chiaro che nella corsa alla crescita e allo sviluppo, il valore architettonico di questi edifici – alcuni dei quali dovrebbero essere considerati capolavori – non è stato riconosciuto dagli immobiliaristi o dalle autorità“.

Nel 2009 l’architetto canadese Bill Greaves ha fondato il Progetto Vann Molyvann, un’organizzazione senza scopo di lucro, che mira a documentare l’eredità della scuola di “New Khmer Architecture” ed introdurla a un nuovo pubblico, tra gli associati vi sono studenti cambogiani e professori accademici di tutto il mondo per riprodurre i piani di edifici storici, censire con rilievi e fotografie gli immobili ed intervistare i residenti degli edifici.

L’attuale direttrice del progetto, Pen Sereypagna, ha spiegato che è necessario “far conoscere la documentazione, soprattutto attraverso le mostre” ed ha osservato che i corsi di architettura cambogiana si concentrano su “come disegnare, costruire e basta”, trascurando approfondimenti sulla teoria e storia dell’architettura”. Sereypagna ritiene che l’eredità della “New Khmer Architecture” sia nella sfida di incoraggiare una riflessione a profonda sulla progettazione degli edifici, piuttosto che concentrarsi sulle esigenze funzionali ed economiche a breve termine.

Un’ultima notazione, questa mia incursione nel mondo dell’architettura nasce da una segnalazione da un amico inglese residente a Phnom Penh, che ha comunicato che la casa di Vann Molyvann in  Mao Tse Toung Boulevard era in vendita indicandomi il sito dell’agenzia immobiliare. L’epidemia di Covid non mi ha consentito di andare in Indocina e fare tappa in Cambogia per una visita alla casa iconica di Vann Molyvann, che vale la casa sulla cascata di Wright, ma la notizia mi ha consentito di approfondire il percorso straordinario di un creatore di armonia.

Vann Molyann  ci ha lasciato nel settembre del 2017 all’età di 90 anni

 

29 novembre

 

 

 

 

 

 

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