Un errore capitale credere al mito del buon selvaggio, un errore che costò la vita ad uno degli uomini più ricchi del mondo, Michael Rockfeller, figlio di Nelson ed erede di una fortuna sconfinata. Michael era un antropologo ed un collezionista, a lui è intitolata un’ala del Metropolitan Museum di New York dedicato all’arte primitiva, ma fu anche vittima di un omicidio nella giungla della Guinea Olandese, l’attuale Indonesia, cui seguì la sua macellazione e consumo alimentare da parte di una delle ultime tribù cannibali del mondo, gli asmat.

Era il 1971 e Michael Rockfeller aveva 33 anni, una laurea ad Harvard e la convinzione tutta occidentale che si potesse avere a che a fare con popolazioni selvagge come con un proprio simile, nella proposta mercantile di uno scambio equo fatto di oggetti e denaro. Rockfeller era nutrito dalle belle letture classiche dell’antropologia occidentale, gli illuministi francesi ed in particolare Jean Jacques Rousseau, imbevuti dall’idea che l’uomo non fosse d’indole cattivo o crudele, ma era la società a renderlo tale: “ Tout est bien sortant des mains de l’Auteur des choses, tout dégénère entre les main de l’homme” “Ogni cosa è buona mentre lascia le mani del Creatore delle cose; ogni cosa degenera nelle mani dell’uomo” ma era la società”.

Questa idea permeava, allora come oggi, il senso di colpa per aver tratto vantaggio nello sfruttamento di popolazione primitive, che vivevano ad uno stato di natura privi di una tecnica funzionale alla crescita. Vi era poi la convinzione che il selvaggio, o meglio in diverso, non fosse capace di mentire, fosse generoso d’indole ed altruista.

Rockfeller finì con la testa fracassata ed il corpo in fricassea, noi abbiamo buona probabilità di seguirlo con la colpa di non avere studiato ad Harvard e di avere un padre come Nelson Rockfeller, ma essere cresciuti per strada. Difetto dell’uomo occidentale vivere il disagio della sua superiorità, della sua democrazia che gli permette di riconoscere le proprie colpe, di considerare le ragioni degli altri infischiandosi delle proprie ed alla fine permettere una potenza come la Cina, forte nel numero e fragile nel reddito pro capite, nulla nel rispetto dei individuali e ladra di creatività’ altrui, di penetrare nel nostro mondo e farci minacciare ed acquistarci con trenta denari.

Durante le celebrazioni per l’anniversario della strage di Piazza Tienanmen si è osservata la mancanza del partito delle stelle … rosse. Altrove qua e là in tutti i partiti e movimenti politici abbiamo aperture al 5G cinese, che metterebbe a repentaglio i dati sensibili degli italiani e la sicurezza nazionale. Non è difficile riconoscere i venduti, basta aprire il giornale, in attesa che ci fracassino la testa e si finisca tutti in fricassea come Michael Rockfeller.

8 giugno 20

 

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