I numeri contano e così le date.

L’11 settembre 2019 è la data del Uyghur Human Rights Policy Act of 2020, votato dal Congresso degli Stati Uniti all’unanimità meno uno, un esponente del Tea party, nel quale si stabilisce qualsiasi persona responsabile di tortura, detenzione prolungata senza accuse e processo, rapimento, trattamento crudele, disumano o degradante di gruppi minoritari musulmani e altre flagranti offese del “diritto alla vita, alla libertà o alla sicurezza” delle persone nello Xinjiang, saranno soggette a sanzioni che includono la revoca del visto e l’inammissibilità per l’ingresso negli Stati Uniti.

 

https://www.congress.gov/116/plaws/publ145/PLAW-116publ145.pdf

 

Un rapporto di due anni fa firmato da funzionari statunitensi all’Onu, testimoniava che sarebbero circa 1300 i campi di rieducazione, definiti in inglese dalle autorità di Pechino “Vocational and education training camp” – in cui vengono incarcerati più di un milione di uiguri del Turkmenistan orientale cinese e cittadini di religione islamica.

L’ultima clamorosa testimonianza delle pratiche da lager cinesi è nel sequestro di 13 tonnellate di capelli umani effettuato dalla dogana americana e provenienti dai campi di “rieducazione cinesi” riportata anche da una distratta Rai filo cinese.

 

https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Extension-con-i-capelli-dei-detenuti-nei-campi-di-lavoro-cinesi-Carico-dell-orrore-sequestrato-a-NY-905075af-e311-4945-8fbb-31f8ba4a7f42.html#foto-1

 

“Benché non manchi tra gli indipendentisti qualche infiltrato nel terrorismo islamico,”, ha scritto Lorenzo Formicola su La Nuova Bussola lo scorso 8 luglio, “ … Benché il Movimento Islamico del Turkestan Orientale sia considerato un gruppo terroristico legato ad al-Qa’ida dagli stessi Stati Uniti, ci si domanda come mai per lo schiavismo e il colonialismo del regime comunista nessuno si metta mai in ginocchio”.

Se ne occupò tanti fa anni Marco Pannella, era il 2009, portando la testimonianza dell’allora leader Rebiya Kadeer, presidente della comunità uigura nel mondo, al Parlamento Europeo, che spiegò il parallelo fra il “genocidio culturale” uiguro e quello tibetano”, suscitando tanti applausi e poco interesse concreto, perché poco si è mosso in questi dieci anni.

In tal senso dobbiamo apprezzare gli Stati Uniti, che nel giorno più tragico della loro storia recente l’11 settembre, sono capaci di votare all’unanimità meno uno, una legge in tutela di popolo di religione islamico (!!!) oggetto della vessazione del regime cinese, mentre i chierici iraniani, gli arabi del golfo e gli stessi turchi, con cui condividono le radici linguistiche e culturali, non dicono una parola.

Se volete perdere tre minuti con una firma, che varrà solo per la vostra personale testimonianza e coscienza.

 

https://www.amnesty.it/appelli/cina-chiudere-campi-rieducazione-segreti/

 

 21 luglio 20

 

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