Speriamo che i nostri controllori siano leninisti.

Il Corriere della sera odierno racconta cosa succede oggi a Wuhan. Una app del telefono stabilisce i movimenti dei cittadini, si aspetta il segnale verde sullo smartphone, così se si vuole … ops … si potrà … entrare in un negozio, prendere l’autobus o entrare in ufficio.

Padre in un sistema tanto sofisticato di controllo è il filosofo Jeremy Bentham, che intese progettare il carcere perfetto.

Così riporta Wikipedia:

L’idea alla base del Panopticon (“che fa vedere tutto”) era quella che – grazie alla forma radiocentrica dell’edificio e ad opportuni accorgimenti architettonici e tecnologici – un unico guardiano potesse osservare (optikon) tutti (pan) i prigionieri in ogni momento, i quali non devono essere in grado di stabilire se sono osservati o meno, portando alla percezione da parte dei detenuti di un’invisibile onniscienza da parte del guardiano, che li avrebbe condotti ad osservare sempre la disciplina come se fossero osservati sempre. Dopo anni di questo trattamento, secondo Bentham, il retto comportamento “imposto” sarebbe entrato nella mente dei prigionieri come unico modo di comportarsi possibile modificando così indelebilmente il loro carattere. Lo stesso filosofo descrisse il panottico come “un nuovo modo per ottenere potere mentale sulla mente, in maniera e quantità mai vista prima”.

Il difetto del modello e del pensiero di Bentham è nel ritenere che i “diritti individuali” non siano universali e non precedono la formulazione delle leggi ordinatrici delle società umane, ma che siano esclusivamente una pretesa morale ed aspettativa.

Il tema è quello del giorno: da una parte una giornalista Rai apologeta e trombone del regime cinese, qualche sconsiderato amministratore locale della prima regione d’Italia e qualche uomo di una Srl divenuto partito, dall’altra pochi altri, tra cui un emerito (come a dire pensionato), professore di fisica del Politecnico di Torino che risponde al nome di Mario Rasetti, il quale ha affermato che pochi si preoccupano del tema centrale della riservatezza dei dati personali.

Sullo sfondo il terribile sesto punto di cui parlo in un mio precedente post, la big data society e la patente sociale di buon cittadino.

Orwell? Bradbury? Foucault?

Forse ci potrebbe salvare Lenin, che come ricorda Hans Magnus Enzensberger, affermava che le “vestigia del passato” non devono essere liquidate.

Che il controllo non sia assoluto e perfetto, dice il filosofo tedesco, è per una ragione di costi benefici da parte del sistema di potere, “… sarebbe troppo dispendioso eliminare una piccola, ma ostinata minoranza, che per pura cocciutaggine si rifiuta alle promesse dell’era digitale”.

Io ne sono parte.

 7 aprile 20

©2024 - Altriorienti - Accesso amministratori - Questo sito non raccoglie informazioni personali e non usa cookies

Log in with your credentials

Forgot your details?