Due anni fa un gruppo di militari ha preso il potere in Birmania, odierna Myanmar, ponendo fine alla breve stagione democratica di Aung San Suu Kyi .

Per una volta abbandoniamo le analisi per l’orribile ricorrenza, le troverete nei prossimi giorni sui quotidiani di tutto il mondo libero, per ricordare le parole di un martire di quella stagione, il poeta Khet Thi, che nei mesi successivi al colpo di stato troverà la morte per mano della polizia militare. In quei giorni terribili erano bastate poche parole del poeta per scaldare il cuore di un popolo e diventare popolarissime tra i manifestanti per le libertà.

Non voglio essere un eroe

Non voglio essere un eroe,
non voglio essere un martire,
non voglio essere un debole,
non voglio essere uno stupido.
Non voglio supportare l’ingiustizia.
Avessi solo un minuto da vivere,
voglio che la mia coscienza sia pulita per quel minuto.

27 gennaio

L’immagine è del bravo giornalista Gianluca Constantini

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