Frederic Prokosch è poco conosciuto in Italia.

Per quanto è in noi, Frederic Prokosh potrebbe essere il fratello maggiore di Norman Mailer, perchè li univano la curiosità e l’acume, il talento nella scrittura e la stessa vita condotta quasi fosse Arte.

Nato negli Stati Uniti da genitori austriaci nel 1908, esordì nel 1935 a 27 anni con un romanzo “The asiatics”, che fu considerato il capolavoro della sua vita. Thomas Mann dichiarò, “un libro che mi ha stimolato, perseguitato e affascinato”. Andre Gide lo definì “un’impresa sorprendente dell’immaginazione, poetico nella sua sensualità, spiritoso nel suo melodramma, urbano nella sua misantropia, incandescente nelle sue immagini’.

Il libro narra di un giovane americano di poco più di vent’anni anni, che viaggia attraverso l’Asia da Beirut fino alla Cina, in bilico tra innocenza e beatitudine, come scrisse Anatole Broyard sul New York Times.

Il carattere singolare dell’opera di Prokosh è che l’autore racconta un mondo che non ha visitato e neppure conosce, quasi alla maniera di Jan Potocki del Manoscritto, ma che immagina con vivido dettaglio e precisione.

“Prokosch ha inventato quello che si potrebbe chiamare il romanzo geografico,” ha scritto Albert Camus, “in cui mescola sensualità e ironia, lucidità e mistero. Trasmette un senso fatalistico della vita seminascosto sotto una ricca energia animale. È un maestro di umori e sfumature, un virtuoso nella sensazione del luogo, e scrive in uno stile di morbida eleganza: è Arcadia fabbricata da una mente inquieta.”

E’ in questa creazione il mistero del romanzo, che racconta gli ultimi giorni dell’Occidente che guarda l’Oriente con curiosità, prima che questa innocenza si spezzi negli anni a venire da grandi guerre ed ideologie totalitarie e divenire luogo di scontro e sterminio.   

Prokosh descrive questa Asia immaginata ed autentica, si perdonerà l’ossimoro, povera e stracciona, feroce, spirituale ed incomprensibile, ma anche raffinata e sensuale e soprattutto complice, come quando racconta le donne di Phnom Penh:

“Erano ragazze amabili, gentili, con maniere dolci e accorte, di buon cuore, per giunta. Non soltanto amavano tutti gli uomini, ma li trovavano simpatici, e li capivano. C’era un che di stranamente consolante nei loro modi, in quel sapere esattamente cosa fare e nella completa soddisfazione di poterlo fare; per la maggior parte della loro vita era veramente qualcosa di fresco e spensierato. Era certo così, oppure i loro visi erano maschere perfette e il loro comportamento un’impeccabile finzione”.

Un’invenzione straordinaria che segnerà l’anima dell’Occidente, fino ad un altro grande autore del novecento come Michel Houellebecq di “Plateforme”, che riscriverà con altro linguaggio e sofferenza il rapporto mai interrotto tra erotismo ed Oriente

Dopo il successo del romanzo Prokosh scrisse nella propria vita altri racconti e romanzi, senza mai ottenere il successo di critica e pubblico di “The Asiatics”, che fu tradotto il 17 lingue. Uno di questi romanzi, “I cospiratori”, divenne anche un film di Hollywood diretto da Jean Negulescu con protagonista Hedy Lamarr, la più bella tra le attrici di quel tempo.

Prokosh ebbe una vita picaresca, simile a quello del protagonista dell’irrangiunbile primo romanzo.

Dal 1932 al 1934 insegnò inglese alla Yale University, poi durante la II Guerra Mondiale fu diplomatico presso l’“American Legation” in Portogallo e in Svezia e dopo la guerra fu “visiting lecturer” all’Università di Roma.

Si racconta che amasse gli uomini più delle donne, il tennis, le farfalle, ma più di ogni altra cosa le piccole storie ed i pettegolezzi, che raccolse nell’ultimo grande successo della sua vita “Voci” del 1983, che raccontava gli incontri con grandi personalità del secolo scorso, da Mario Praz a Vladimir Nabokov, da Dylan Thomas a Virginia Woolf, da Colette a William Somerset Maugham, a tanti altri.

Morì poco meno che ottantenne a Grasse, ça va sans dire tra campi di lavanda, nel sud della Francia per un colpo al cuore nel 1986.

Il libro “Gli asiatici” è pubblicato in Italia dall’editore Adelphi, per un costo di copertina di 13 euro ben spesi.

24 agosto

Frederic Prokosh

Hedy Lamarr

 

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