“Non si torna mai per caso dove si è imparato a riconoscere il cielo, le stagioni e il silenzio delle pietre.”

Noci, provincia di Bari.
Siamo su una collina dolce, tra muretti a secco, ulivi secolari e il profilo bianco di trulli dimenticati. È qui, nel cuore luminoso della Valle d’Itria, che incontriamo Francesco D’Aprile, nella sua proprietà che guarda dall’alto la cittadina da cui tutto è iniziato.

La terra respira sotto il sole di mezzogiorno. I viottoli sono sassosi, cinti da muretti antichi, e gli ulivi stendono rami contorti come mani protese verso il cielo.
Francesco cammina accanto a noi, ogni tanto si china a toccare una pietra, come per stringere un patto silenzioso con la terra.

“Restituirò a queste pietre amore e rispetto,” ci dice.
È il suo nuovo progetto: non un bed and breakfast qualunque, non un resort da cartolina, ma un luogo di ospitalità autentico, intimo, pensato per accogliere ospiti da tutto il mondo. Solo cinque stanze, solo ciò che serve: silenzio, riservatezza, dignità, radici.

Camminando lungo i sentieri sassosi, Francesco racconta di come tutto sia iniziato, tanti anni fa.
“È passato del tempo,” sorride, “da quando ero consulente per l’internazionalizzazione delle aziende italiane.”
Parla della Cina, dei primi viaggi incerti, delle sfide. E con una naturalezza disarmante, attribuisce a un colpo di fortuna quello che invece è il frutto di una saggezza antica: saper riconoscere il momento giusto, agire con misura, creare con equilibrio dove altri hanno fallito.

Con pazienza e intuito, Francesco ha portato vino, olio e perfino tarallucci italiani sui mercati cinesi.
Ma la sua vera intuizione – ci spiega mentre camminiamo tra ulivi e ginestre – è stata un’altra: capire che i cinesi vanno trattati con la discrezione e il rispetto che si riservano ai clienti più antichi di una bottega di paese.

“Non bisogna andare lì con la presunzione di insegnare qualcosa,” mi dice.
“Bisogna ascoltare, capire le loro necessità, leggere con attenzione i loro desideri. Essere discreti, avere misura. Non forzare, focalizzarsi sul good value for money, saper scegliere il prodotto e, spesso, avere il coraggio di dire no a richieste che ne sminuiscono il valore.”

Poi si ferma, raccoglie un sasso rotondo e sorride:
“I cinesi non sono semplicemente un grande mercato. Sono i più grandi commercianti del mondo.
Dovunque si trovino, riescono a commerciare, a creare legami, a vendere. È una cultura antichissima, basata sulla fiducia personale, sulla relazione, sulla parola data.”

Mi racconta che solo nel 1999, con la promulgazione della Contract Law, la Cina si è dotata di un moderno codice commerciale, preparando l’ingresso nel WTO, che avverrà nel 2001.
“Prima di allora,” dice, “non esistevano veri codici scritti. Tutto si basava sulla fiducia, sulla stretta di mano. E perché la fiducia non diventasse prepotenza, servivano equilibri non codificati ma profondamente radicati.
Una saggezza antica, che spesso sfugge ai grandi studi legali o alle multinazionali, ma che chi proviene da una società contadina, rurale, come la nostra, può ancora comprendere.”

La campagna intorno a noi è un mosaico vivo: uliveti, vigneti bassi, trulli imbiancati dal sole, fichi d’India ai bordi dei sentieri. I profumi della terra, la luce bianca della tarda primavera pugliese: tutto parla di pazienza e di radici profonde.

La svolta nella sua attività, Francesco me la racconta con semplicità.
Il cambiamento nello stile di vita dei cinesi sin dalle prime settimane del Covid ha portato Francesco ad aprire un negozio sulla piattaforma TikTok, che, grazie alla collaborazione con un tiktoker cinese da oltre 9 milioni di follower, si posiziona oggi al secondo posto nella graduatoria dei negozi di vini italiani sulla piattaforma, mantenendo un rating altissimo per qualità, spedizione, affidabilità.

“Insieme ai prodotti bisognava costruire contenuti, raccontare storie autentiche, semplici, immediate.
Mi sono affidato ai cinesi: società cinesi, logistica cinese, marketing gestito insieme a loro. Anche se era più costoso, anche se sembrava rischioso.
Non potevo pretendere di imporre il mio modello, ma ho sempre chiesto attenzione e rispetto.”
Un’altra lezione di equilibrio e discrezione, che si intreccia perfettamente con la sua storia.

Francesco sorride, come se ancora stentasse a crederci.
“E pensare,” aggiunge quasi per caso, “che questa mia esperienza è stata considerata un case history da una Agenzia della stessa Commissione Europea.
Ne hanno parlato con interesse, come esempio di come si possa unire radici profonde e apertura globale senza rinunciare alla propria identità.”
Lo dice camminando tra gli ulivi, senza enfasi. Francesco conosce il valore delle cose e non ha bisogno di esibirlo.

Oggi, mentre il mondo trema sotto i colpi di nuovi dazi, guerre commerciali, incertezze globali, Francesco ha scelto di tornare qui, tra queste pietre, questi ulivi, questi muretti pazientemente innalzati a mano.

Così, tra il vento e il sole della Valle d’Itria, Francesco D’Aprile costruisce la sua seconda vita: fedele alla terra, alla misura, alla pazienza che il mondo di oggi sembra avere dimenticato, ma che, nei luoghi giusti, continua a sussurrare la sua antica saggezza.

30 maggio

Francesco D’Aprile è un imprenditore e consulente italiano noto per il suo ruolo pionieristico nella promozione e vendita di vini e prodotti alimentari italiani in Cina. È partner di P&D Consulting Srl, una società specializzata nell’internazionalizzazione delle imprese italiane, con particolare attenzione al mercato cinese.LinkedIn

Attività in Cina

D’Aprile ha guidato progetti innovativi per l’ingresso dei vini italiani nel mercato cinese, sfruttando le piattaforme di e-commerce e live streaming. Un esempio significativo è il successo ottenuto con la cantina Polvanera, che ha ricevuto il “China Award 2022” nella categoria “Excellence of Italy”. Questo riconoscimento è stato attribuito per la creazione di un canale di vendita online su TikTok, supportato da un team operativo a Shanghai e Ningbo, e dalla collaborazione con Key Opinion Leaders (KOL) locali.LinkedIn

Riconoscimenti e Collaborazioni

Il lavoro di D’Aprile è stato riconosciuto anche dal Centro per le PMI dell’Unione Europea in Cina (EU SME Centre), che ha pubblicato un case study sulla sua esperienza nel settore vinicolo cinese. Il documento evidenzia l’importanza delle strategie digitali e della comprensione del mercato locale per il successo delle imprese europee in Cina.

Ruolo nella Promozione del Made in Italy

Attraverso la sua attività, D’Aprile contribuisce significativamente alla promozione del Made in Italy in Cina, facilitando l’accesso delle aziende italiane al mercato cinese e promuovendo la cultura enogastronomica italiana.

Per ulteriori informazioni sulle sue attività e progetti, è possibile consultare il suo profilo LinkedIn

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