Si racconta che Wislawa Szymborska non si attendesse il premio Nobel per la letteratura e quando le fu comunicato la notizia al telefono rimase senza parole, la prima cosa che fece fu chiamare l’amatissima sorella per condividere l’emozione del momento, provava timidezza di fronte ai giornalisti corsi davanti alla sua casa per intervistarla.

Quando andò a ricevere il premio a Stoccolma dedicò il suo discorso a” due piccole paroline: “non so”. Piccole, ma alate. Parole che estendono la nostra vita in territori che si trovano in noi stessi e in territori in cui è sospesa la nostra minuta Terra.”

“Non so” sono le risposte di una madre vietnamita di fronte all’orrore della guerra, di ogni guerra, che in poche attimi descrivono la follia dell’uomo ed il lieve soffio della speranza.

“Vietnam” di Wislawa Szymborska

Donna, come ti chiami? – Non lo so.
Quando sei nata, da dove vieni? – Non lo so.
Perchè ti sei scavata una tana sottoterra? – Non lo so.
Da quando ti nascondi qui? – Non lo so.
Perchè mi hai morso la mano? – Non lo so.
Sai che non ti faremo del male? – Non lo so.
Da che parte stai? – Non lo so.
Ora c’è la guerra, devi scegliere. – Non lo so.
Il tuo villaggio esiste ancora? – Non lo so.
Questi sono i tuoi figli? – Si.

 1 dicembre

 

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