La buona sorte mi ha sorriso tanto da poter acquistare una prima edizione di “Secret agent of Japan” di Amleto Vespa del 1938.

Una bancarella digitale di un antiquario inglese e poche sterline per avere tra le mani un pezzo di storia. Il libro è raro ma non inaccessibile, ebbe grande diffusione ed i più curiosi possono trovarne una copia a meno di 50 sterline attraverso una breve ricerca in rete.

Amleto Vespa scrisse le sue memorie per salvarsi la vita ed avere un lasciapassare per gli Stati Uniti. Fu arrestato dai giapponesi e giustiziato, non sappiamo dove e quando, forse nel 1941 per altri nel 1944.

Amleto Vespa non è sconosciuto. RaiPlay ci ha dedicato un podcast, Radio Radicale un approfondimento nella sua rubrica culturale ed il giornalista Francesco Totoro un bel libro.

La vicenda di Vespa nato nel 1884, che in vita fu giornalista e poi rivoluzionario in Messico, faccendiere e spia in Cina appassiona gli storici, i curiosi ed anche Hollywood che accarezzò l’idea di farne un film di genere. Andiamo per ordine, figlio della buona borghesia, da giovane ebbe problemi con la giustizia ed emigrò in Messico come corrispondente di guerra, per poi parteciparvi, almeno così dice, perché non vi sono evidenze in tal senso. Poi nell’estremo oriente russo ed in Cina come faccendiere ed agente dei servizi italiani al tempo in cui il bel paese aveva ottenuto una concessione a Tientsin per i commerci.

Vespa acquista la stima del potente signore della guerra Tso-Lin diventandone il suo uomo di fiducia. La storia di Tso-Lin ricorda quasi quello di Muzio Attendolo, detto lo Sforzino fondatore della casata degli Sforza. Tso-Lin nasce povero ma risoluto, Vespa lo definisce intelligentissimo e dotato di una memoria straordinaria, capace di divenire in pochi anni un potente signore della guerra ed occupare Pechino in qualità di governatore della Manciuria. Le pagine in cui Vespa parla dei suoi servizi a favore di Tso-Lin risultano le migliori. Fervente fascista, ma legato al signore della guerra, Vespa divenuto agente combatte il contrabbando italiano di moschetti venendo invitato dal consolato a lasciare la Cina. Vespa arriva davanti al bastimento di bandiera che dovrebbe riportarlo in Italia, il capitano si mostra perplesso per l’ordine impartito ed il nostro decide di rinunciare alla cittadinanza italiana e divenire cinese assumendo il ruolo di capo dei servizi di sicurezza di Tso-Lin. Quando il signore della guerra morirà a seguito di un attentato ordito dai giapponesi nel 1928, Vespa perderà il suo protettore dovendo affrontare nuove pericolose sfide. I giapponesi, che occupano la Manciuria, lo vogliono cooptare come agente. Vespa teme per la vita della moglie polacca e dei figli ed accetta, assumendo il nome di comandante Feng.

Vespa vivrà pericolosamente gli ultimi anni, facendo un doppiogioco che lo porterà come ultimo atto a pubblicare il suo libro a Londra. Il manoscritto finisce nelle mani del giornalista australiano Timperlay, già corrispondente in Cina del Manchester Guardian, che lo giudica affidabile e sorprendente. La pubblicazione svela il volto dell’occupazione giapponese fatto di crimine organizzato e vendita di oppio, prostituzione e bordelli, tratta di donne bianche e rapimenti a cui Vespa dedica un intero capitolo del libro dettagliando nome dei rapiti, generalmente ricchi cinesi ed ebrei ed il prezzo della libertà.

Rimane l’ultimo capitolo di una vita misteriosa, il ritorno in Cina a Shangai fino ad essere arrestato dall’occupante giapponese.

Le tracce svaniscono e diventano ombre. Sappiamo che fu tradotto nelle Filippine o Taiwan e giustiziato senza che la famiglia ne fosse informata.

Credo bisogna rileggere l’epilogo del libro autobiografico di Vespa per comprendere meglio la disperazione dell’uomo quando ricorda che vi era un ordine di arresto ai suoi danni, che moglie e figli erano sotto la “frizione”, curiosa espressione “clutches”, delle autorità giapponesi ed ogni suo avere confiscato tanto da farlo vivere in miseria. Forse Vespa scambiò il proprio arresto con la liberazione della sua famiglia, forse come afferma Totoro sono gli stessi fascisti italiani di Shangai a venderlo ai giapponesi, che individua in Antonio Riva il responsabile. Antonio Riva di cui abbiamo parlato in un precedente articolo è l’asso del cielo fascista che aiutò Chiang Kai-shek a formare l’’aeronautica cinese nazionalista, finendo giustiziato a seguito di un’accusa bislacca di aver architettato un piano per uccidere Mao Zedong.

La sorte volle che l’ultimo desiderio di Vespa fu esaudito. La moglie ed i suoi due figli emigrarono negli Stati Uniti, la figlia Genevieve entrerà a far parte della Società delle Nazioni come interprete ed il figlio, che cambiò la sua identità, diventerà un ingegnere aeronautico.

Il libro di Vespa ha il merito storico di aver svelato i crimini dell’occupazione giapponese in Manciuria al mondo a tre anni dal proditorio attacco a Pearl Harbour.

25 novembre

 

La famiglia di Amleto Vespa

La prima edizione

 

La concessione italiana di Tientsin

L’edizione italiana del libro

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