Si alzi il sipario.

Nel marzo del 2025, Rodrigo Duterte, ex presidente delle Filippine, ha varcato le porte del tribunale della Corte Internazionale Penale dell’Aja.

E’ stato arrestato, estradato, e ora sotto processo per crimini contro l’umanità. Un evento storico, certo, ma anche il coronamento paradossale di una faida familiare che ha superato ogni sceneggiatura: lo scontro finale tra due delle più potenti dinastie del Sud-Est asiatico, i Marcos e i Duterte.

Era cominciata come una love story elettorale. Correva il 2022 e le Filippine erano pronte per la grande fusione delle eredità politiche: Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr., figlio dell’ex dittatore in cerca di riabilitazione e Sara Duterte, figlia del presidente in carica, reduce da anni di giustizia fai-da-te. Lui portava il nome ed i capitali della finanza global, lei i voti delle campagne. Il programma era un patchwork promozionale: rilanciare la guerra alla droga (con un po’ più di trucco), continuare con le infrastrutture faraoniche di “Build, Build, Build”, modernizzare l’agricoltura (qualsiasi cosa volesse dire) , promettere unità nazionale.

Pochi mesi e l’acccordo tra i due i clan va a pezzi. Sara viene esiliata politicamente al Ministero dell’Istruzione e Bongbong, anziché tutelare la famiglia della sua vice, comincia a prendere le distanze dai crimini dell’amministrazione Duterte padre. La Corte Penale Internazionale indaga sulla guerra alla droga dell’ex presidente, Bongbong la incoraggia. La tregua è finita, nessuno lo dice apertamente, Sara è popolare tra i miserabili di Manila, Marcos ha il tempo del suo mandato per decapitare i Duterte e mandarli all’inferno.

Nel 2024, Sara si dimette dal governo. Passano pochi mesi e arriva la sua dichiarazione: in caso fosse stata assassinata, ci sarebbe stato un sicario pronto ad uccidere il presidente Marcos Jr., la First Lady Liza Araneta e lo speaker della Camera, Martin Romualdez. La Camera dei Rappresentanti impugna subito la Costituzione e avvia l’impeachment. Sara urla al tradimento, ma la sua è stata una follia senza remissione.

L’11 marzo il patriarca Duterte torna da Hong Kong e viene arrestato all’aeroporto di Manila. L’accusa è semplice: crimini contro l’umanità. L’operazione Oplan Tokhang (“bussare e chiedere” in cebuano, ma che spesso significava “bussare e sparare”) ha fatto migliaia di morti tra il 2016 e il 2019. La polizia riceveva premi in denaro per fare giustizia, la vicenda riguardava troppe persone ed in molti hanno parlato.

Rodrigo Duterte aveva provato a uscire dalla giurisdizione della Corte nel 2018, ritirando le Filippine dallo Statuto di Roma, ma l’azione non ha valore retroattivo. Come a dire che tutti i crimini da lui ispirati e commessi quando il paese era ancora membro restano oggetto d’indagine. Macbeth non può restare impunito. La CPI ha formalizzato le accuse: omicidi sistematici, diffusione del terrore di Stato, responsabilità di comando. Duterte è comparso in videoconferenza da L’Aia con i capelli grigi e lo sguardo perso, nessun insulto alla corte. Il processo si aprirà il 23 settembre 2025. La figlia Sara, nel frattempo, attende il suo giudizio per impeachment con lo stesso sguardo sprezzante che riservava ai suoi avversari.

Bongbong Marcos Jr. sorride, la Corte all’Aja prepara il processo, Rodrigo Duterte aspetta nel cortile del centro di detenzione ed osserva il cielo grigio con aria assente.

Si abbassi il sipario.

20 aprile

 

 

Timeline illustrativa e dettagli dell’indagine

In sintesi:

CPI

Fattore Dettaglio
Ratifica dello Statuto Sì, nel 2011
Ritiro Sì, in vigore dal 17 marzo 2019
Periodo sotto giurisdizione CPI
2011 – 17 marzo 2019
Crimini contestati a Duterte Omicidi sistematici 2016–2019
Legalità dell’arresto Valida, poiché i crimini sono avvenuti mentre le Filippine erano parte dello Statuto
Arresto nel 2025 Su decisione dell’attuale governo filippino

La Corte Penale Internazionale (CPI) ha raccolto un insieme consistente di prove contro l’ex presidente filippino Rodrigo Duterte, accusato di crimini contro l’umanità legati alla sua controversa “guerra alla droga”. Queste prove includono testimonianze, documenti ufficiali e rapporti di organizzazioni per i diritti umani.

Prove raccolte dalla CPI:

  • Testimonianze dirette: Molti ex funzionari delle forze dell’ordine hanno rilasciato dichiarazioni dettagliate riguardo alle operazioni condotte durante la campagna antidroga. Ad esempio, l’ex colonnello della polizia, Royina Garma, ha testimoniato che l’ufficio di Duterte pagava fino a 17.000 dollari per ogni sospetto ucciso, incentivando così le esecuzioni extragiudiziali.The Guardian

  • Documentazione ufficiale: Sono stati acquisiti ordini operativi e comunicazioni interne che mostrano come le operazioni fossero pianificate e autorizzate ai massimi livelli del governo.

  • Rapporti di organizzazioni per i diritti umani: Organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch hanno documentato migliaia di casi di uccisioni sospette, indicando un modello sistematico di violazioni dei diritti umani.Amnesty International Italia

Ruolo della polizia filippina nella “guerra alla droga”:

La Polizia Nazionale Filippina (PNP) ha svolto un ruolo centrale nella campagna antidroga di Duterte, implementando operazioni note come “Oplan Tokhang” e “Oplan Double Barrel”.Wikipedia

  • Oplan Tokhang: Questo approccio prevedeva che gli agenti di polizia visitassero le abitazioni dei sospetti consumatori o spacciatori di droga, esortandoli a cessare le attività illegali e a consegnarsi volontariamente. Tuttavia, numerosi rapporti indicano che queste visite si sono spesso concluse con l’uccisione dei sospetti, sollevando preoccupazioni riguardo a esecuzioni sommarie.

  • Oplan Double Barrel: Questa operazione si divideva in due componenti:

    • Barrel Alpha: Mirato ai piccoli spacciatori e consumatori.

    • Barrel Beta: Focalizzato sui cosiddetti “bersagli di alto valore”, inclusi grandi trafficanti e personalità influenti coinvolte nel narcotraffico.

Le operazioni della PNP sono state oggetto di critiche sia a livello nazionale che internazionale, a causa dell’alto numero di morti e delle accuse di violazioni dei diritti umani. Secondo dati ufficiali, almeno 6.600 persone sono state uccise dalla polizia durante queste operazioni, ma le stime delle organizzazioni per i diritti umani suggeriscono che il numero reale potrebbe essere significativamente più alto.

Queste informazioni evidenziano la complessità e la gravità delle accuse contro Duterte e sottolineano l’importanza del processo in corso presso la CPI.

Timeline – Marcos vs Duterte

Data Evento
Maggio 2022 Marcos Jr. e Sara Duterte vincono le elezioni
Giugno 2022 Inizia il mandato. Sara nominata Ministra dell’Istruzione
2023 Prime tensioni tra Marcos e Duterte
Giugno 2024 Sara si dimette dal governo
Novembre 2024 Sara confessa il “piano del sicario”
Febbraio 2025 Camera approva l’impeachment di Sara
11 marzo 2025 Rodrigo Duterte arrestato e trasferito all’Aia
23 settembre 2025 Prima udienza ufficiale alla CPI

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