Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri

Joseph Pulitzer

Questa è una storia di cattivo giornalismo ed ottima disinformazione.

L’approfondimento sulla possibile fuga dal laboratorio di Wuhan, apparsa sul Corriere della Sera dello scorso 15 giugno dalla penna di Guido Santevecchi, corrispondente a Pechino dal 2016, è scritto male, dice cose inesatte ed omette la verità.

GS riporta stralci di un’intervista alla dottoressa Shi al New York Times, qualificata come responsabile del laboratorio, ma non ricorda che la stessa sia stata allontanata dalle autorità militari cinesi nei giorni della crisi e lo stesso centro posto sotto il controllo del generale Chan Wei e dei biologi militari del People Liberation Army. Della Shi si erano perse le tracce per oltre un anno, prima di ricevere la delegazione dell’Oms a Wuhan guidata dal professor Peter Daszak, già appaltatore dello stesso laboratorio e coautore di progetti in comune con la Shi. 

GS riferisce poi che gli Stati Uniti hanno finanziato gli esperimenti di Wuhan con 600.000 dollari, nulla di più inesatto.  

“Peter Daszak è un virologo, oltre che il presidente della EcoHealth Alliance, che ha collaborato con il Wuhan Institute of Virology in Cina per catalogare centinaia di virus dei pipistrelli, ricevendo fondi per 3,7 milioni di dollari per lo studio di potenziali pandemie coronavirus dal governo degli Stati Uniti per sei distinti progetti tra il 2014 ed il 2019 per finanziamenti medi di oltre 600.000 $ annui. Un precedente ciclo di finanziamenti dal 2008 al 2012 aveva portato al gruppo di lavoro di Daszak oltre 2,5 milioni di dollari per oltre 500.000 $ annui.”  Vedi

I bilanci sono editi ed il progetto di Daszak ha un nome davvero promettente “Understanding the risk of bat coronavirus emergency”.

GS riporta dell’ispezione condotta dall’OMS a Wuhan ad oltre un anno dall’outbreak e ricorda che non sono stati trovati pipistrelli vivi nei laboratori e riporta la tesi della Shi che Wuhan non fosse sede di esperimenti di potenziamento di patogeni virali (gain of function) quando la letteratura scientifica è a dir poco sterminata a riguardo Vedi . Tuttavia GS non racconta che il responsabile del gruppo d’indagine è lo stesso Daszak che era coinvolto negli esperimenti della Shi.

Accreditare la Shi e l’indagine dell’Oms, riferire delle collaborazioni in termini riduttivi, laddove i legami tra Occidente ed il laboratorio di Wuhan erano decennali, solidi e strutturati, mostrano che il culto di Pulitzer non dimora in via Solferino. I fatti da noi riportati – fummo tra i primi – sono oggi noti ai più attenti lettori, grazie ad una verità che emerge anche sulla stampa più prudente e tradizionale, ragione per la quale la scelta editoriale ci pone una domanda: o il Corriere della Sera si avvale di giornalisti inadeguati al compito (improbabile) o piuttosto è complice di una campagna di disinformazione dove la verità è celata in un gioco di specchi.

Sicuramente GS non è sgradito a Pechino, lavora laggiù da cinque anni, un lasso di tempo sorprendente perchè i giornalisti occidentali ed indipendenti vengono espulsi molto prima.

Per quanto è in noi, teniamo la schiena ritta e non perdiamo la vista e la rotta, la nuova battaglia è svelare le costruzioni parziali e fuorvianti.

20 giugno

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